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sabato 26 luglio 2008

* Calma piatta, ma il Mare ci fa un regalo...

Ieri mattina, con calma, abbiamo mollato l'ormeggio alla boa nel porto di Livorno e ci siamo diretti verso l'Elba... a bordo con noi Monica, la mia cuginamica biologa marina, di cui ho già parlato diverse volte...
Visto che vento ce n'era poco, e anche da Sud dritto a 180°, proprio sulla nostra prua, abbiamo navigato a motore, con la randa a riva... anche se in vista delle secche di Vada ci siamo dovuti arrendere e ammainarla, perché non faceva che sbattere a causa di una fastidiosa onda di traverso, che poi pian piano si è spianata...
Dunque si profilava davanti a noi una navigazione senza nemmeno un alito di vento, sotto il sole cocente.
Tuttavia anche queste condizioni hanno i loro vantaggi: ci si può fermare a fare un bagno in mezzo al mare, nel blu profondo e intenso che ha l'acqua con 100 metri di fondo... a motore spento non si sente altro rumore che quello del silenzio quando è totale, e l'acqua che sposti quando nuoti... refrigerio di mente e corpo...
bagno a largo
di queste soste ce ne siamo concesse due, e tra una e l'altra abbiamo passato il tempo leggendo, recuperando qualche schifezza abbandonata alla deriva dall'homo industrialis...
bagno a largo
e a scrutando il mare che quando è così calmo ti permette di vedere tante cose che di solito restano nascoste....
e infatti.... in mare c'era qualcosa... qualcosa di raro, che non c'era mai capitato di vedere prima.
Le prime solo avvistate, le seconde, anche se con risultati non eccelsi, fotografate....
signore e signori ecco a voi le MANTE!!!!
manta 1Approfittando della presenza di Monica a bordo vi do anche qualche notiziola su questi fantastici abitanti che volano nei nostri mari.
manta 2
Si chiamano Mobula mobular, sono diventate molto rare nel Mediterraneo, dunque noi siamo stati iperfortunati ad incontrarle.
manta 3
Insieme allo Squalo Elefante e allo Squalo Bianco sono a forte rischio di estinzione, e per questo sono state inserite nelle liste di convenzione internazionali per la conservazione delle specie del Mediterraneo.
manta 4
La taglia arriva fino ai 5,20 di larghezza; queste che abbiamo incontrato noi erano larghe (presumibilmente, visto che non erano vicinissime alla barca) circa 2 metri.
Sembra essere una specie endemica, cioè presente solo nel Mediterraneo.
manta 5
Beh, vista la rarità e dunque la preziosità di questo incontro lasciate che io dedichi questo post alla mia Mami, altrettanto rara e preziosa, per farmi perdonare, visto che oggi è il suo onomastico e io me ne ero dimenticata...
Auguri Mami!

mercoledì 23 luglio 2008

* Mal di... Spagna: tre giorni a Valencia: l'Oceanogràfic

* tutte le foto possono essere ingrandite cliccandoci sopra

Come promesso vi racconto dell'Oceanogràfic.

pesce triste
Per cominciare ho scelto questa foto per sottolineare che in linea di massima non mi piace che gli animali vivano imprigionati, tuttavia i posti come questo hanno uno scopo didattico importante; non tutti nella loro vita hanno la fortuna di poter osservare da vicino creature affascinanti come quelle marine, e si spera che i grandi acquari come questo insegnino a rispettare il mare come un contenitore di gemme preziose.... si spera!
Sicuramente per un bambino, ma anche per un adulto, poter vedere da vicinissimo una creatura dall'aspetto preistorico come

limulo

un limulo

o camminare in un tunnel dove si ha l'impressione di stare in acqua

nel tunnel sott'acqua
con gli squali che ti passano sulla testa crea curiosità, voglia di conoscere e di capire un mondo misterioso e sorprendente, che va rispettato. Se una minima parte dei visitatori di strutture come questa ne esce arricchita, allora ben vengano. 
Rispetto all'Acquario di Genova, che forse molti di voi conoscono, l'Oceanogràfic è più grande, di conseguenza lo sono anche le vasche. L'impressione generale è di grande pulizia e cura, che tutti gli animali siano trattati molto bene, che godano di ottima salute e non danno l'impressione di essere stressati.
Infatti, nella voliera degli uccelli delle zone umide più di una specie aveva avuto i piccoli, e non sembravano per nulla disturbati dalla nostra presenza.

gli uccelli
Gli uccelli dimorano tra belle piante di mangrovia che affondano le loro radici in vasche d'acqua dolce abitate da pesci enormi e tartarughe dall'aria piuttosto aggressiva.

tartarughe d'acqua dolceLe vasche che ospitano pesci, cetacei, mammiferi e altre creature marine sono divise per settore: Mediterraneo, Temperate e Tropicali, Artico, Mar Rosso.
pesci e mammiferi mariniIl beluga, una femmina, divideva la vasca con un cucciolo ancora grigio (crescendo diventano bianchi). Le loro espressioni erano molto dolci con il muso che sembra atteggiato ad un perenne sorriso; giocavano entrambi facendo con la bocca dei cerchi d'aria che poi si divertivano a rincorrere e a rompere.
i belugaLa femmina adulta però era un po' triste e malinconica, passava molto tempo davanti alla grata che divideva la sua vasca da quella delle otarie, che forse desiderava raggiungere. Loro due erano un po' sacrificati in verità, secondo me la vasca era troppo piccola.
Il beluga è davvero un animale bellissimo, l'unico cetaceo in grado di girare il collo e di muovere la testa, non avendo le vertebre cervicali saldate insieme, e con una gamma varia di espressioni. Grande tristezza a vederli rinchiusi in quel modo.

Mastodontica la mole del tricheco con il suo harem, che sollecitava altro cibo urtando delicatamente col suo testone le gambe dell'addetto all'alimentazione.
trichechiEntusiasmante l'indole socievole e curiosa di una razza, che avendoci visti affacciati a guardarla voleva uscire a tutti i costi e arrampicarsi sulla parete liscia della vasca all'aperto che la ospitava; sforzi vani, poverina, ma ci pensate quanto sono sorprendenti queste creature!!!

la razza curiosaPer finire siamo andati ad assistere alla show dei delfini.
Sapevo che non mi sarei divertita particolarmente, non mi piace l'idea che si esibiscano per il nostro divertimento e non esclusivamente per il loro, così come non mi piacciono i cani o i cavalli ammaestrati, ma lo spettacolo c'era, e quindi ci siamo andati, e la mia reazione è andata al di là della mia immaginazione, nel senso che non mi aspettavo assolutamente che succedesse quanto sto per raccontarvi.
Ci siamo accomodati sulla penultima fila bassa di gradoni, quindi vicinissimi alla vasca; lo spettacolo ancora non era cominciato, ma i delfini, 10, erano tutti nella vasca e nuotavano facendo ogni tanto qualche salto.

il delfinoUno in particolare saltava tutto fuori dall'acqua sulla pedana dove di solito si mette l'istruttore durante lo spettacolo, e si guardava intorno evidentemente abituato a vedere la gente e curioso; ogni tanto emetteva qualche "gorgheggio", quei click particolari che emettono i delfini, non sono in grado di descriverli a chi non ha mai avuto l'occasione di ascoltarli, e già lì io ho iniziato a commuovermi, tanto che ho passato la macchina fotografica a Marco, perché con gli occhiali da sole non riesco a fotografare e davvero non potevo toglierli.
Poi è cominciato lo spettacolo, e io non riuscivo a smettere di piangere. Mi dicevo "Ora mi passa... ora smette..." e invece niente. Ad un certo punto gli istruttori hanno fatto zittire il pubblico e i delfini tutti insieme hanno preso a "cliccare". È stato il colpo di grazia: piangevo a cataratta, con tanto di singhiozzi (strozzati). Lo spettacolo è durato 40 minuti e io per 40 minuti ho pianto, procurandomi anche un bel mal di testa.
Non  so cosa è stato, forse il dispiacere di vederli lì, ma all'apparenza stavano bene e in fondo sembrava si divertissero anche loro, ma sicuramente un'emozione grandissima, che mi ha letteralmente travolta e che non sono riuscita in nessun modo a controllare. Mi sentivo così vicina a quelle creature, e non solo in senso fisico, non so spiegarlo diversamente.
Eppure i delfini li ho visti tante volte, e anche da vicinissimo... béh, che devo dire... non so, è stato in un certo senso pesante, ma anche bellissimo. 
Quel che per me è certo ora, è che questi grandi mammiferi, tutti i grandi mammiferi, non dovrebbero stare chiusi in una vasca. Anzi, nessun animale dovrebbe stare rinchiuso in nessun posto.

E ora vi lascio, con questa bella immagine che dà l'illusione di nuotare in un banco di splendide ricciole...

in mezzo alle ricciole


* Mal di... Spagna: tre giorni a Valencia: la città

Non so da dove cominciare, perché in soli tre giorni abbiamo fatto e visto tantissime cose.
Questo weekend è stato un fuori programma, un regalo per il mio compleanno dei 5 fratelli della Mami.
In principio volevamo andarci in autunno, visto che questo è il periodo dell'anno in cui lavoriamo di più, ma poi ci siamo detti che le occasioni bisogna coglierle al volo e non rimandare, altrimenti si rischia di perderle, quindi siamo partiti.
Gli orari dei voli di andata e di ritorno ci hanno permesso di godere appieno anche del venerdì [alle 18:00 eravamo già a Valencia] e della domenica [l'aereo partiva alle 21:20].
Tre giorni quasi interi.

Valencia
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Valencia è una bella città, piena di palazzi dei primi del XX secolo molto ben tenuti, ma anche di chiese monumentali, tutte con le cupole ricoperte dalle caratteristiche mattonelle azzurre.
Girellare nel vecchio quartiere del Carmen ti porta un po' indietro nel tempo, anche se il vecchio si sposa armoniosamente col nuovo.
Come molte città spagnole è piena di colore e, nota molto positiva, ha trasporti efficientissimi e pochissimo traffico.
Nota negativa, segno tangibile che lì piove poco, molte "azzeccosissime" mosche e in alcune strade secondarie fogne un po' maleodoranti.
Ma non starò qui a raccontarvi tutto tutto tutto, sarebbe troppo lungo.
Abbiamo fatto tantissime foto e la tentazione di farvele vedere tutte è forte, ma mi trattengo.
Vi dirò solo che abbiamo mangiato la paella valenciana, abbiamo bevuto l'horchata (a base di mandorle, ma niente a che vedere con quella comunemente conosciuta da noi), siamo andati in un Tablao flamenco, cioè un posto dove si cena e poi si assiste ad uno spettacolo di flamenco (cena e spettacolo favolosi!), abbiamo girellato per tutta la città, che non essendo grande si visita bene a piedi e abbiamo passeggiato lungo i giardini ricavati dal letto asciutto del fiume Turia, siamo andati al Mercado Central, al Museo della Ceramica ospitato nell'eccentrico Palacio del Marques dos Aguas, al Museo della Scienza e al famoso Oceanogràfic.

Museo della Scienza
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Il Museo della Scienza è stato un po' una delusione: sembra una mostra didattica e alla fine un po' noiosa; gli argomenti che tratta spaziano dalla medicina alla fisica, esposti con dei box, alcuni interattivi, ma con pochissime spiegazioni; sicuramente sono interessanti, ma abbiamo avuto l'impressione che i bambini, cioè la maggior parte dei visitatori, fossero più attratti dalle installazioni che riguardavano i supereroi della Marvel che occupavano tutto il primo piano, piuttosto che da tutto il resto, per cui ci voleva comunque un adulto che desse spiegazioni... ammesso che ne fosse in grado!

Una delle poche cose che ci hanno colpito sono state due grandi teche chiuse e riscaldate con delle lampadine, dove sulla paglia giacevano delle uova e scorrazzavano dei pulcini evidentemente appena nati.. infatti erano uova prossime alla schiusa e anche noi abbiamo assistito all'evento...

come nasce un pulcino
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I pulcini appena nati, asciugati dal calore a riprendevano pian piano le forze, avevano delle vaschette per bere dove si fiondavano appena riuscivano a muoversi, e nel giro di circa 15 minuti erano così:pulcino
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Altra installazione interessante era quella che descriveva le metamorfosi durante la crescita di alcuni animali; in un'acquario c'erano diversi esemplari di un curiosissimo anfibio l'axolotl che vive esclusivamente nel lago di Xochimilco, che si trova a 20 km a sud est di Città del Messico e che decide se diventare adulto o rimanere girino: produce un ormone che gli fa perdere le branchie esterne che si vedono nella foto e gli permette di completare la metamorfosi e diventare una salamandra.

axolotl
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Per oggi basta....
dell'Oceanogràfic vi racconterò in un altro post, dove non potrò fare a meno di pubblicare un po' di foto...

lunedì 21 luglio 2008

* un SOS da chi ama il mare e se ne prende cura

La Fondazione Cetacea di Riccione lavora da 20 anni per salvaguardare il mare e tutte le sue creature.
Anche noi, a modo nostro, lavoriamo per diffondere rispetto nei confronti della Natura e del Mare, che sono risorse dell'intera umanità. Come dice giustamente Christina nel suo blog, "Salvare Loro equivale a salvare noi stessi".
La Fondazione Cetacea ha bisogno di un aiuto concreto per sopravvivere. Le diamo una mano?
Intanto guardate cosa hanno fatto l'anno scorso per tentare di salvare un grampo spiaggiato...


Questa è la lettera che scrivono ai loro amici e a quanti volessero sostenerli:

"Cari Amici, Fondazione Cetacea onlus compie 20 anni e finalmente ha una sede autonoma. Questa raggiunta indipendenza permetterà di condividere maggiormente l’esperienza che in questi anni la Fondazione ha acquisito nel campo della conservazione ed educazione ambientale e del recupero di animali marini in difficoltà. I nuovi spazi daranno la possibilità di potenziare le nostre attività sul territorio e mettere a disposizione della comunità, materiali e saperi che renderanno ancora più efficace la nostra opera di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali. Come tutte le imprese più affascinanti anche questa nuova avventura richiederà energia ed impegno da parte nostra ma anche e soprattutto il vostro costante supporto e sostegno. Per lo sviluppo delle nostre attività, in questi anni, è stato determinante il riscontro positivo che abbiamo avuto presso non solo le istituzioni pubbliche e private ma soprattutto presso i nostri volontari, i sostenitori e gli sponsor che ci hanno permesso di andare avanti e superare le difficoltà. Condividere gli stessi valori e ideali significa lottare insieme perché questi si diffondano e diventino un nuovo sentire, un nuovo modo di agire nella società; la nuova sede e la nuova struttura della Fondazione possono contribuire a raggiungere questo obiettivo ma da soli non potremmo farlo. In questo momento delicato di trasformazione, non solo nostra ma di tutta la società, vi chiediamo di non abbandonarci e di farci sentire ancora una volta che ci siete vicini. Aderite alla campagna straordinaria di sostegno per Fondazione Cetacea onlus per affrontare questa fase di transizione e continuare con più energie a lavorare in difesa dell’ambiente."
Puoi aderire alla campagna straordinaria “S.O.S. Cetacea”:

- Fai subito la tua donazione tramite PayPal o Carta di Credito

- Fai un versamento su c/c 074000001174
presso CASSA DEI RISPARMI DI FORLI' E DELLA ROMAGNA
FILIALE DI RICCIONE via Gramsci n. 63
CIN: M
ABI: 06010
CAB: 24100
IBAN: IT17 M060 1024 1000 7400 0001 174
"

giovedì 17 luglio 2008

* E noi non c'eravamo... (singh***)

Ieri le balene sono tornate all'Elba, in tre.... e noi eravamo a Livorno...



Sono felicissima che siano tornate, ma infelicissima di non essere stata lì...
vabbé... magari tornano quando ci saremo anche noi... a fine luglio...

martedì 15 luglio 2008

* Dicono di noi... lasciateci "frusciare"

mare e sorrisi

Frusciarsi in napoletano vuol dire vantarsi...
Tullio, di cui vi ho parlato nei post precedenti, qui, qui, e qui, ha scritto delle cose di noi, sul nostro blog di famiglia (siamo talmente tanti e tutti sparpagliati! il blog è un ottimo mezzo per tenersi in contatto e costantemente aggiornati), così lusinghiere che gli ho chiesto il permesso di pubblicarle qui da noi.
Qualcuno potrebbe dire:"- Ma è un cugino della Mami, non vale! è come chiedere all'acquaiolo se l'acqua è fresca!" -
Lasciatemi dissentire... lui è una persona trasparente, dice quello che pensa e, soprattutto, non lo abbiamo pagato!... anzi in verità è stato lui ospite pagante, come tutti quelli che decidono di passare una vacanza con noi.
Il trattamento che gli abbiamo riservato, benché carico di un affetto particolare che vista la persona non gli si può negare, è lo stesso che dedichiamo a chiunque, perché è una cosa che ripaga noi per primi... In verità, a volte, c'è chi non se lo merita, ma per fortuna sono rari, e comunque credo che non riusciremmo a fare diversamente... forse fra qualche anno, quando la stanchezza delle cose ripetitive ci avrà preso... ma speriamo di no!

Lasciamo parlare Tullio:

"[...]Sono le 6 e 30, nella cabina della Filibusta mi risveglio leggero, sereno e felice con me stesso; purtroppo la settimana è volata via e fra un paio d’ore dovrò sbarcare. Avevo in programma un ultimo tuffo, ma oggi sembra più fresco e me ne resto tranquillo in coperta (dove sono salito in silenzio perché ancora tutti dormono) a guardare la pace e le luci dell’alba, e a sognare mentre lo sguardo si perde tra le altre barche vicine, tutte silenziose ed ancora addormentate.
Cerco di scacciare i pensieri degli impegni di domani, che già fanno capolino ed iniziano ad assillarmi; ecco già suona il cellulare ad annunciare un’altra grana che si profila; devo vivere intensamente questi attimi che restano e catalogarli per bene, in modo che il ricordo sia più duraturo.
Bisognerà anche affrettarsi: nella lavagnetta di Valeria sono previsti il nostro sbarco, la pulizia della barca, l’invio di Marco a procurarsi delle nuove cime, gli acquisti per la nuova settimana e l’imbarco di nuovi ospiti alle 18.
Sono stato magnificamente e, forse anche per la presenza di mami anna, siamo stati trattati come dei reali.[....]
Vi ho detto del Bilbolbul a colazione e del pane sfornato quotidianamente*, ma non vi ho detto abbastanza della Focaccia di scarola, delle Melanzane a barchetta, dello Strudel di Peperoni, dei Fagiolini con mentuccia e aceto di vino, della Calamarata, delle Melanzane alla Parmigiana, dei Pomodori al forno ripieni di riso, e delle Polpette al Forno sulla fettina di pane (lo sentite anche voi? dal mio ACER arriva ancora il profumo!)… ogni sera era un trionfo di profumi e di sapori, direttamente dall’orto; sulla Filibusta di preconfezionati tipo Quattro Salti in Padella non se ne sono visti! ! ONORI alla cuoca !
Tra le cose più romantiche mi resta il ricordo della quiete della Filibusta ancorata per la notte in baie silenziose, dei coloratissimi tramonti, delle quiete albe luminosissime e l’armonioso fruscio della prua che scinde le acque [...], e poi il Nattello e le Occhiate, [...].
Ricordo anche volentieri l’aspetto ecologista dell’animo di questi Filibustieri: grande rispetto per la Natura e per il Mare. Quasi mi ha commosso vedere Marco che modifica la rotta per avvicinarsi a grossi detriti di plastica e Valeria che accorre col mezzo-marinaio per recuperarli, onde porre rimedio al vile insulto che miriadi di barbari perpetrano ogni momento alle acque, che dovrebbero essere di tutti, ma che innanzitutto sono dei pesci e degli altri abitanti del mare. La loro preghiera “Mare noi ti ripuliamo e tu facci vedere i delfini, da me parafrasata conI delfini non fumano, mi resterà a lungo nel cuore e la divulgherò, quale incitamento ad un corretto comportamento.
Tra poco sbarcherò, ma già mi prenoto per il prossimo anno: nel 2009 il 18 giugno sarà di Giovedì, chi sa se Lavagnetta mi permetterà una settimana lunga che va dal Giovedì 18 al Venerdì 26? Sarà difficile ma se anche voi intercedete per me […]"


e noi... senza parole... lusingatissimi...
sapori e profumi della Filibusta


*ehm...non proprio quotidianamente... ma se non fa eccessivamente caldo e mi resta tempo lo faccio!

mercoledì 9 luglio 2008

* Bilbolbul

Tutto ha origine da un ricordo d'infanzia, una torta che la Mami preparava quando io e i miei fratelli eravamo bambini, che è rimasta impressa nella memoria, non so se perché era al cioccolato o per il nome così strano BILBOLBUL...
Recuperata la ricetta (dal Talismano della Felicità di Ada Boni), l'ho leggermente modificata, ho scoperto che fa impazzire grandi e piccini che si trovano a fare colazione durante le loro vacanze a bordo: è leggera, profumata a saporita, ottima da inzuppare nel latte o nel the del mattino.
E' diventata una consuetudine.
Il suo nome curioso però ha suscitato non poca curiosità, per cui ho fatto una ricerca e ho scoperto che....
Bilbolbul è il nome di un bambino africano protagonista di una serie di fumetti pubblicata sul Corriere dei piccoli fin dal primo numero, uscito nel lontano 27 dicembre 1908!
Il suo creatore è Attilio Mussino ed è considerato convenzionalmente il primo fumetto italiano.
Bilbolbul vive avventure
strane e surreali nel suo villaggio in Africa; la sua caratteristica principale era la peculiare abilità di adeguarsi fisicamente alle metafore con cui venivano narrate e commentate le sue gesta: quindi cambiava spesso colore, diventando rosso per la vergogna o verde di rabbia, per aguzzare l'ingegno faceva uso di un tornio, riusciva, con un gesto degno del miglior illusionista, a farsi realmente in quattro e così via.
I fumetti di quel tempo non avevano ancora le "nuvolette" dei dialoghi, ma la storia veniva narrata da un narratore esterno, spesso attraverso delle filastocche in rima.

eccone qualche esempio trovato in rete:
Bilbolbul

1- Nel domestico tukul, ruba un uovo Bilbolbul, rompe il guscio e con piacere quel ghiotton s'accinge a bere;

2 - Ecco avvolta in bianco sciamma a sgridarlo vien la mamma, all'asperrima rampogna divien rosso di vergogna.

3 -Vien punito. Il fratellino ha i banani del giardino: per l'invidia il cattivone giallo è già come un limone.

4 - I monelli del paese or con lui sono alle prese, Bilbolbul la calma perde: per la rabbia divien verde.

5 - Nel tukul va di galoppo del papà prende lo schioppo, spara e udendo quel fragore divien bianco dal terrore.

6 - Dal papà - chi ormai le scampa? egli fugge, salta, inciampa, oh meschin! si leva su tanto pesto che par blu.

7 - La sua mamma si dispera a vedergli quella cera, un figliuol di quel colore della casa è il disonore.

8 - Un vecchion molto sapiente vien chiamato immantinente, Bilbolbul negro è di nuovo come quando rubò l'uovo.

Bilbolbul
1 - Con sorpresa dei moretti, alla porta del tukul quando meno te l'aspetti ecco appare Bilbolbul.

2 - Dice il babbo: "Più vedere non ti vo', figlio ribelle!" Dice il bimbo: "Non temere ora sto cambiando pelle.

3 - Son passate le follie, per la vita che mi resta ho imparato a spese mie che convien quadrar la testa;

4 - Al lavoro, le mie mani, use all'ozio, ormai son pronte. Cominciando da domani alta vo' portar la fronte.

5 - Ai più bravi non la cedo, ma li imito, li raggiungo! " Dice il babbo: "Non ci credo!" Bilbolbul fa il muso lungo.

6 - E la mamma impietosita con la lima e lo scalpello glielo accorcia di tre dita, lo riduce tondo e bello.












E' probabile che questo fumetto abbia ispirato ad Ada Boni il nome di questa ottima torta al cacao... io trovo la cosa molto carina, e in più adesso saprò cosa dire quando mi chiederanno che significa Bilbolbul!

ah! Bilbolbul è anche il nome di una rassegna dedicata ai fumetti che si tiene a Bologna a marzo...

martedì 8 luglio 2008

* # 3 Una settimana di mare, ottima compagnia e grandi mangiate

25 giugno 2008 - Viticcio

Sempre di buon mattino abbiamo lasciato l'ormeggio di Baratti e siamo ritornati verso l'Elba, con destinazione la baia di Viticcio. Inizialmente abbiamo navigato con la sola randa a riva e motore, ma poi è arrivato un po' di vento da S-SO, e abbiamo potuto andare a vela per circa un'oretta.
in navigazione da Baratti
Come vedete ero pronta con la macchina fotografica ad un eventuale incontro con i delfini, ma niente...
recupero rifiuti





Durante la navigazione abbiamo potuto anche recuperare qualche busta alla deriva...

Arrivati nella baia di Viticcio il Capitano e Tullio si sono messi all'opera per pescare le occhiate con il nattello.


nattello
Il nattello è un disco galleggiante di plastica a cui vengono appesi dei fili di lenza con degli ancorotti. Al disco viene fissato con un elastico un pezzo di pane, che fa da esca.
la preparazione del nattello
Poi il nattello viene lasciato in acqua dove segue la corrente e attira le occhiate, che per mangiare il pane, di cui sono ghiotte, restano attaccate agli ancorotti...
si fissa la lenza
Il peggior nemico del pescatore al nattello è il gabbiano, che attenta di continuo all'esca, rischiando a sua volta di rimanere impigliato negli ancorotti... staccare un gabbiano da un nattello è una vera impresa e si rischiano dolorose beccate!
il pane per il nattello
Questa volta però, nonostante l'impegno, la pesca non ha prodotto risultati...
al recuperoIl Capitano e Tullio vanno a recuperare il nattello, che è quel puntolino bianco in alto a sinistra...

Ma non ci siamo persi d'animo... intanto la cena era già pronta: polpette...
polpetteo come le chiama Tullio, visto che sono cotte al forno ognuna sulla sua fettina di pane, Crostoni...
tramonto a Viticcio
La giornata si è chiusa con uno dei magici tramonti dell'Elba... il sole è tramontato dietro la Capraia, con in primo piano lo scoglio dell'Enfola...
tramonto dietro la Capraia

26 giugno 2008 - Procchio, Isola Paolina

la Filibusta a ProcchioPer l'ultimo giorno solo un piccolo spostamento. Siamo andati poco più avanti in direzione sud, spostandoci nel golfo di Procchio, per la precisione davanti all'Isola Paolina.
Avendo tutta la giornata davanti ci siamo concentrati sul fondale e sui suoi abitanti:
pronta all'immersione
Tullio mi ha dato la sua muta, che incredibilmente mi stava alla perfezione e che poi mi ha voluto lasciare a tutti i costi, e con il Capitano sono andata a fare una lunga perlustrazione.
Abbiamo visto un bel po' di begli esserini, ma le foto non hanno prodotto risultati molto soddisfacenti, come potete vedere.
rombo
Questo è un piccolo Rombo, ben mimetizzato sul fondo sabbioso. Per avere un'idea di quanto è piccolo basta fare la proporzione con la foglia di posidonia che è accanto a lui...

Valeria in apnea
I tentativi di immortalare un piccolissimo scorfano non ve li faccio nemmeno vedere... credetemi sulla parola e accontentatevi di me e del Capitano in versione "mutata".Marco sub


Leccia Stella

In compenso, tornata a bordo, ho potuto immortalare una bellissima Leccia Stella a caccia sotto la chiglia della Filibusta.




Tullio pescatoreNel frattempo Tullio ha riprovato a pescare con il nattello... e stavolta ha preso due Occhiate abbastanza grandi da farci un carpaccio,
occhiate marinate
occhiate pescate





















che abbiamo gustato come antipasto a cena, prima dei Pomodori ripieni di riso.
pomodori ripieni di riso

Abbiamo passato la notte in rada a Portoferraio... la settimana è finita, e il racconto anche...
io vi saluto, dall'osterigio di prua...
Ciao Ciao
un bacione speciale lo mando da qui alla mia Mami e Tullio, che hanno reso questa settimana davvero bella...

sabato 5 luglio 2008

* # 2 Una settimana di mare, ottima compagnia e grandi mangiate


bilbolbul



22 giugno 2008 - Punta Morcone e Marina di Campo
Colazione con il Bil Bol Bul e poi abbiamo salpato l'ancora per dirigerci verso Punta Morcone;




durante il tragitto abbiamo incontrato due enormi pesci luna, che non sono riuscita a fotografare perché sono stati quasi travolti da un'altra barca a vela di persone un po' distratte (grrrr!), e delle berte che ci hanno affascinato con il loro elegante volo.
berta che spicca il volo

Arrivati a Morcone abbiamo fatto dei magnifici bagni, finalmente senza meduse, liberi di nuotare senza timore...
Morcone




Nel pomeriggio ci siamo diretti verso Marina di Campo e grazie a una leggera brezza abbiamo potuto navigare a vela per quasi un'ora.









Alle 18:30 eravamo a Marina di Campo dove, godendo di un dolcissimo tramonto rosa con Montecristo sullo sfondo, abbiamo cenato con una bella teglia di melanzane a barchetta e un'insalata di fagiolini conditi con mentuccia e aceto di vino.
Montecristo da Marina di Campo

23 giugno 2008 - Fetovaia e Marciana Marina

Intorno alle 9:30 ci siamo mossi per raggiungere la baia di Fetovaia.
occhiateQuesta baia è particolarmente bella: l'acqua è turchese grazie al fondale di sabbia candida, vi nuotano castagnole, boghe, salpe, saraghi, piccoli rombi e numerosissime occhiate, con cui Tullio ha familiarizzato distribuendo pezzettini di fette biscottate.
Tullio e le occhiateAnche la Mami ha fatto un lungo bagno.

Pranzo leggero e fresco con insalata di pomodorini e feta greca... in serata avevamo un invito a cena sulla barca di un amico di Tullio che ci aspettava a Marciana Marina, verso cui ci siamo diretti abbastanza per tempo, Sant'Andreavisto che ci sarebbero volute almeno un paio d'ore per arrivare, passando davanti alla bella baia di Sant'Andrea con le sue rocce levigate.

Arrivati a Marciana ci siamo ormeggiati ai pontili del Circolo Velico, in modo da fare rifornimento a terra di viveri freschi.
Restando in tema gastronomico, nel caso vi trovaste a Marciana vi segnalo i cantucci artigianali del Panificio da Giulietto, in viale Principe Amedeo n.24... FA-VO-LO-SI! soprattutto se bagnati con un ottimo Aleatico dell'Elba (anche questo graditissimo regalo di Tullio!).

Della cena non vi parlo perché in realtà non c'è stato nulla di rilevante da raccontare...

24 giugno 2008 - Golfo di Baratti


Golfo di Baratti e PopuloniaGrazie a un bel venticello da sud abbiamo deciso di fare una bella veleggiata e di andare verso Baratti, sulla costa, subito a nord di Piombino... tre ore di navigazione a vela, con vento prima al traverso e poi di bolina larga... sole pieno.... un vero piacere...
a circa 10 miglia da Baratti abbiamo incrociato un motoscafo della Capitaneria con al traino degli strani bidoni, accompagnata da due gommoni di cui uno della Polizia. Ci eravamo allontanati di circa un paio di miglia e abbiamo sentito un boato e una vibrazione pazzesca che dal bulbo si è trasmessa a tutta la barca!! Il nostro primo pensiero è stato "Abbiamo urtato qualcosa!" ma non c'era stato contraccolpo... ci siamo girati indietro e abbiamo visto un'enorme massa d'acqua schizzare in lontananza e abbiamo capito che la Capitaneria aveva fatto brillare in acqua quel "qualcosa di strano" che aveva a traino poco prima...
questo ha spiegato come mai in tutta la settimana non abbiamo incontrato nemmeno un delfino... se noi abbiamo avvertito la vibrazione così forte sulla deriva della barca immaginate i poveri cetacei come ne saranno stati spaventati... per non parlare di tutti i pesci che saranno morti....
Arrivati a Baratti ci siamo ormeggiati ad uno dei corpi morti della marina gestita da Jacopo e Marco, e trascorso il resto della giornata facendo una passeggiata nella vicina pineta, rondineosservando le rondini che svolazzavano tra le barche ormeggiate intorno a noi, e tentando di pescare... sotto la barca passavano dei bei pesciotti, e anche dei piccoli barracuda che andavano in coppia...
pesca e fotoAbbiamo passato qui la notte, e il buio più totale, rischiarato solo dalle luci che mettevano in risalto la Torre, ci ha regalato uno splendido cielo stellato.
Torre di Baratti